DIREZIONE NAZIONALE Roma, 1° Febbraio 2025
L’inizio di questo anno è segnato dal triste epilogo della vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il Segretario Nazionale Gianni Alemanno, che si è conclusa con la disposizione della sua detenzione. Tale epilogo ci porta ad esprimere alcune considerazioni. Come sappiamo, dopo essere stato oggetto di calunnie processuali con conseguente gogna mediatica per oltre un decennio, per gravissimi capi d’imputazione dai quali è stato pienamente assolto, i giudici hanno condannato Gianni Alemanno
per traffico di influenze illecite, un reato tanto astratto quanto discrezionale è la sua individuazione. La decisione di condannarlo senza il beneficio della condizionale a ventidue mesi di reclusione, ancorché da scontarsi con l’affidamento ai servizi sociali, è apparsa di rigore spropositato. L’arresto per aver violato le norme che regolano la pena alternativa, con la traduzione al carcere di Rebibbia la notte di Capodanno è apparsa una decisione oltremodo sproporzionata. Il rifiuto della Cassazione di giudicare l’abrogazione del reato di Abuso d'ufficio un motivo sufficiente per cancellare l’ultimo addebito di Traffico d'influenze illecite è apparso incomprensibile. La condanna, perfino superiore alla richiesta della Procura, a scontare nuovamente e per intero la pena in carcere, di fatto raddoppiandola, è totalmente sproporzionata anche considerata la natura del reato originario. Questa è una storia che rivela, nel suo complesso, una sorta di accanimento verso un uomo che è stato un apprezzato ministro, sindaco della capitale, uno dei più importanti leader della destra italiana che ha formato e promosso molti degli uomini e delle donne che sono al potere, peraltro oggi rimasti colpevolmente silenti, un uomo che ha combattuto decine di battaglie politiche, sociali, umanitarie e per la pace. Una sequenza di atti, questa, che Gianni Alemanno non merita. Riteniamo che il suo attuale destino sia stato determinato anche dall'impegno politico con il Movimento Indipendenza per il recupero della sovranità nazionale, contro i lacci imposti dalla tecnocrazia europea, contro i grandi potentati delle multinazionali, per una soluzione negoziale della guerra in Ucraina e per la fine dello sterminio in Palestina. Non escludiamo infine che il trattamento riservato a Gianni Alemanno sottintenda, in qualche misura, la volontà recondita di castigare, in maniera trasversale, l’intera area politica che ha caratterizzato la sua storia, nonché uomini e donne che hanno aderito con entusiasmo al progetto innovativo di Indipendenza. La Direzione Nazionale, a nome dell’intero Movimento, esprime i sentimenti di solidarietà umana al proprio Segretario Nazionale e l’apprezzamento grande per la forza e la dignità con la quale ha saputo affrontare le difficili condizioni di reclusione, seguite alla revoca della pena alternativa. Sottolinea il divario inaccettabile tra la persona del Segretario Nazionale, quale realmente è - e per come ciascuno dei militanti del Movimento conosce - e la terribile condizione che è costretto a vivere. Ritiene inaudito che il giudice non abbia potuto o voluto considerare che le violazioni all’origine del provvedimento restrittivo contestate al Segretario, delle quali egli si è pur fatto carico, sono state generate da pura e autentica “passione per la politica” e che nessuna azione conseguente è stata da lui compiuta contro la legge ma, al contrario, secondo la sua e la nostra coscienza politica, intesa a migliorare le condizioni dell’Italia. Assume consapevolmente il proprio grado di oggettiva responsabilità per aver sollecitato e usufruito oltremodo della presenza del Segretario, quale animatore delle attività politiche sul territorio. Ciò premesso, la Direzione Nazionale: - Respinge a maggioranza le dimissioni del Segretario Nazionale; - Prende atto dell’effettiva impossibilità del Segretario Nazionale di svolgere le sue funzioni; - Stabilisce che le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle iniziative politiche e organizzative del partito, proprie del Segretario Nazionale, verranno assunte pro tempore da un ORGANO DI REGGENZA, coordinato dal Presidente Nazionale Massimo Arlechino e dal Vice Segretario Vicario, Marcello Taglialatela, composto dalla Segreteria come designata dal Segretario Nazionale; - Prosegue l’attività, anche intensificando le iniziative sul territorio, seguendo gli indirizzi dettati dall’ultima Direzione Nazionale e quelli individuati dal Segretario Nazionale nella lettera ai dirigenti e ai militanti del Movimento del 30 Gennaio scorso: Sovranismo sociale, possibilità di uscire dall’Ue, proponendo un modello alternativo di cooperazione europeo, lotta per i diritti sociali e del lavoro, uniti a quelli identitari; - Autorizza e delega l’Organo di Reggenza ad individuare temi e forme di iniziative a sostegno di Gianni Alemanno, vittima del paradossale intero iter giudiziario che lo ha portato allo stato di detenzione; - Esorta l’Organo di Reggenza, prendendo spunto dalla vicenda personale del nostro Segretario, a promuovere momenti di riflessione e iniziative sullo stato della Giustizia e sulle condizioni carcerarie in Italia.
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