ROTTA FUTURA

Giornale di bordo

L'Unità - domenica 25 gennaio 2009

INCHIESTA

I soldi dei partiti/2

Intervista a Teodoro Buontempo

«Ma il patrimonio vero è quello di Almirante»

... Il partito in cui ha militato per una vita, Teodoro Buontempo, oggi presidente de La Destra, lo racconta così. Con la geografia di Roma, che conosce palmo a palmo. L'orgoglio verso una tradizione che ritiene in qualche modo tradita. E molta esaltazione del pauperismo che fu.

«L’Msi non aveva un soldo. E ci veniva da ridere, perché ci chiamavano “i capitalisti”.

L’amplificazione ai comizi la faceva Ferrante, un signore anziano che ogni volta portava la struttura comprata di tasca sua, e per noi era un miracolo. Nemmenola “Befana tricolore” riuscivamo a pagare: era la contessa Frezzotti che ogni anno spendeva un patrimonio per regalare un pacco dono ai figli degli iscritti. Ma, anche se il partito era emarginato, fece cose strabilianti».

Per esempio?

«Centinaia di giornalini, le radio, le riviste, le case editrici. Le sedi che comprammo. Prenda quella di via della Scrofa. Fu acquistata vendendo la federazione romana dell'Msi, a via Alessandria. E non bastava ancora. Così ci facemmo dare una buonuscita per lasciare Palazzo del Drago, dove stava in affitto la direzione nazionale».

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Letture- Agamben - Homo sacer. Il popolo.

Ogni interpretazione del significato politico del termine «popolo» deve partire dal fatto singolare che, nelle lingue europee moderne, esso indica sempre anche i poveri, I diseredati, gli esclusi. Uno stesso termine nomina, cioè, tanto il soggetto politico costitutivo quanto la classe che, di fatto se non di diritto, è esclusa dalla politica.

L'italiano popolo, il francese peuple, lo spagnolo pueblo (come gli aggettivi corrispondenti «popolare», «populaire», «populare» e tardo latini populus e popularis da cui tutti derivano) designano, tanto nella lingua comune che nel lessico politico, sia il complesso dei cittadini come corpo politico unitario (come in «popolo italiano» o in «giudice popolare») che gli appartenenti alle classi inferiori (come homme du peuple, rione popolare, front populaire). Anche l'inglese people, che ha un senso più indifferenziato, conserva però il significato di ordinary people In opposizione ai ricchi e alla nobiltà. Nella Costituzione americana si legge così, senza distinzioni di sorta, «We the people of the United States...»: ma quando Lincoln nel discorso di Gettysburg, invoca un «Government of the people by the people for the people», la ripetizione contrappone implicitamente al primo popolo un altro. Quanto questa ambiguità fosse essenziale anche durante la rivoluzione francese (cioè proprio nel momento in cui si rivendica il principio della sovranità popolare) è testimoniato dalla funzione decisiva che vi svolse la compassione per il popolo inteso come classe esclusa. H. Arendt ha ricordato «la definizione stessa del termine era nata dalla compassione e la parola divenne sinonimo di sfortuna e infelicità – le peuple, les malheureux-m’applaudissent, soleva dire Robespierre; le peuple toujours malheureux, come si scrive esprimeva persino Sieyès, una delle figure meno sentimentali e più lucide della rivoluzione» (Arendt I, pag. 78). Ma già in Bodin, in un senso opposto, nel capitolo République in cui viene definita la Democrazia, o Etat populaire, il concetto è doppio: al peuple in corps, come titolare della sovranità, fa il riscontro il menu peuple, che la saggezza consiglia di escludere dal potere politico.

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