ROTTA FUTURA

Giornale di bordo

#FertilityDay (2)

Mi sono andato a vedere i TG del 22 settembre, il #fertility day.

Lo ripeto: si è sollevato un polverone che ha coperto il fatto che il governo ha messo i costi del controllo delle nascite tra i benestanti a carico della Sanità pubblica. Poiché la televisione è sotto il controllo del governo stesso, volevo vedere se gli argomenti usati confermavano la mia tesi, o quella di chi era passato sulla vicenda facendo del sarcasmo sul fatto che il governo si era scomodato per chiedergli di fare più figli e altre facili battute da social.

Tra i Tg di Stato principali, il primo a arrivare è stato quello di Rai 3 delle 12:00 (durata 24:45); al minuto 2:52 il servizio sul "fertility day" inizia con lo scandalo degli opuscoli razzisti e le proteste contro il governo. Lo speaker annuncia poi Anna Maria Levorin... e invece il telespettatore si trova davanti Beatrice Lorenzin che gli dice:

"è una questione di salute, purtroppo il 15% delle coppie che si rivolgono a uno specialista o svolgono un controllo, scoprono di avere seri problemi di infertilità"

Quindi il problema non è del numero dei figli, ma quello di chi non riesce a farli, UN argomento per me

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Apertura giornale di bordo

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Apro oggi, 2 settembre 2016, il mio diario di bordo.

Tempo bello, mare piatto.



L'addetto Ufficiale di macchina

#FertilityDay

La campagna del ministero sul #FertilityDay non parla di fare più figli, si occupa del controllo delle nascite.

I termini del discorso sono il denaro e il tempo. Chi ha moltissimo denaro non si pone il problema del tempo per avere i figli perché non incidono sul suo stile di vita che resta ottimo. Chi ha pochissimo denaro fa i figli senza preoccuparsi - non per nulla li si chiama "proletari" - il suo stile di vita resta ridotto alla sopravvivenza. I figli dei "poveri" sono la prova ridente e birichina della sciocchezza dell'affermazione «non posso avere figli finché non avrò un lavoro stabile» oppure «la laurea»; chi ripete queste parole dice «non posso» quando non ha il coraggio di dire «non voglio».

Il controllo delle nascite con ritardo della procreazione riguarda coloro che antepongono la tutela del benessere individuale al progetto genitoriale e che preferiscono dedicare gli anni della fertilità biologica al successo economico. Persone per le quali il bisogno esteriore di successo economico schiaccia il bisogno intimo della riproduzione. Più tardi, quando la fertilità scema, cercano di aggiungere alla "roba" il concepimento di un figlio. Per farlo si rivolgono alle tecniche di supporto alla fertilità. Cioè alla fecondazione assistita;

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