Giornale di bordo
Il vaccino marchio - i soldi piccoli
Per muovere grandi masse di denaro pubblico un modo efficace è quello della sanità pubblica, per la prevenzione generale. La prevenzione sanitaria coinvolge grandi numeri di utenti e non necessita che le persone siano malate, permette cioè di spendere soldi pubblici anche sulla pelle dei cittadini sani, in base al principio del "bene collettivo". Poichè le persone che riceveranno il trattamento di prevenzione, come un vaccino, non sono malate devono essere convinte, sia come pazienti a ricevere la loro dose sia come contribuenti sulla necessità di spendere il denaro pubblico, cioè il loro denaro consegnato come tasse allo Stato.
Per spendere soldi del SSN per la prevenzione bisogna convincere i cittadini che esiste la minaccia da prevenire.
Per questo una porzione dell'affare dei vaccini passa per le mani dell'informazione che deve dare dimensione e concretezza all'ipotesi di una infezione. Sono soldi piccoli se si guarda ai numeri in generale, ma i soldi grandi e i soldi medi non potrebbero muoversi senza il lavorio nei giornali e nell'editoria per convincere la gente che il "virus sta arrivando", anche quando si parla in realtà della morte di un singolo sconosciuto in un paese dell'Asia. L'allarme, esaltato e ripetuto, viene raccolto tanto più facilmente da chi non ha problemi quotidiani, da chi si sente al sicuro. Chi ha una pensione e casa di proprietà, buona salute e qualche risparmio più facilmente coglie il suggerimento che la morte possa arrivare invisibile e senza preavviso; la minaccia dell'avvelenamento invisible, che viaggia con il vento, proprio tra chi ha meno problemi è più facile che venga posto al primo posto tra i problemi da affrontare.
Di compleanni e lutti
«Siamo stati costretti a limitare alcune liberta’ fondamentali garantite dalla Costituzione» (Giuseppe Conte, 25 marzo 2020)
È passato il compleanno di mia figlia.
Da mesi non faccio auguri per i compleanni e condoglianze per i lutti; sarebbe ipocrita esprimere vicinanza quando l'unico sentimento sociale che provo è il dolore per la perdita della libertà. Rabbia e ansia per le privazioni subite e altre si minacciano per le mie strette stanze di cittadino italiano. "Metà giardino e metà galera": ogni giorno qualche pezzo di giardino si muta in polveroso carcere.
A mia figlia ho sentito solo di dire che vorrei che fosse sempre felice e che un giorno viva in un paese più libero. Non so se ce la faremo, non smetteremo di lottare con tutti mezzi necessari.
Litigherello
Crisi covid-19. In due mesi ho litigato con tutti.
Ho cominciato con quelli che dicevano che era solo un raffreddore quando emergeva che per gli anziani la mortalità era superiore al 5%, gli ho risposto che preoccuparsi di non morire e non veder morire i propri cari è sacro, non si può chiedere alle persone di non preoccuparsi e non chiedere di essere protette.
Poi me la sono presa con quelli che spargevano il terrore del morbo assassino. All'università mi sono occupato
Dei diritti, non di soldi
Il governo ha ammesso di aver anteposto la Salute pubblica agli altri diritti e di aver «sospeso i diritti costituzionali» (Di Maio, 25 aprile 2020). A parte queste incredibili ammissioni di colpa ritengo che ai cittadini sia preferibile parlare di Diritti, piuttosto che parlargli di soldi e tasse, e questo lo credo per tre motivi.
I Diritti sono facili di capire, tanto più che il Governo li ha calpestati malamente creando evidenti paradossi e controsensi. La libertà di culto, il diritto all'educazione, il diritto alla libertà di impresa sono comprensibili a tutti con pochi esempi. Sui diritti è più facile smascherare le carenze e gli sbagli.
In secondo luogo i Diritti sono generali. Se ci mettiamo a difendere gli interessi delle varie categorie, per ogni categoria che affrontiamo abbiamo il disinteresse delle altre. Se parlo degli interessi dei "balneari" non
Ho detto "Aprite la scuola"
Qualche giorno fa ho messo uno striscione.
Mia moglie insegna, ho due figli nella scuola dell'obbligo: non ho messo lo striscione per loro.
Tutti i giorni li sento che cercano di fare al meglio la didattica a distanza e ora per ora sento quanto sia inferiore, insufficiente, povero come metodo educativo.
Il ministro Azzolina ci ha informato che la didattica è seguita dal 94% degli studenti, cioè il 6% degli studenti ha perso il diritto allo studio per intero. È per loro che ho attaccato lo striscione: la scuola è un diritto dei più deboli. Dei ragazzi stranieri, della famiglie